L’ufficio dell’ex primo ministro del Giappone, Shinzo Abe, avrebbe coperto un ammanco di circa 8 milioni di yen (circa 770mila dollari) destinati a finanziare una serie di eventi e cene per i sostenitori dell’ex capo del governo, in quella che si prefigura come una possibile violazione della legge sul controllo dei fondi pubblici in vigore in Giappone. Lo scrive l’agenzia di stampa “Kyodo”, che cita “fonti a conoscenza della situazione”. Le polemiche relative agli eventi privati organizzati dall’ufficio del primo ministro hanno segnato gli ultimi mesi dell’amministrazione di Abe, che ha rassegnato le dimissioni lo scorso settembre per ragioni di salute. Nei giorni scorsi segretari e sostenitori di Abe sono stati interrogati da procuratori, che stanno concentrando le loro indagini sulle cene organizzate annualmente dall’ufficio del primo ministro tra il 2013 e il 2019, presso diversi alberghi di lusso a Tokyo.
Le indagini hanno avuto origine da una denuncia presentata lo scorso maggio a carico di Abe, il suo segretario e il suo manager. La causa legale e’ promossa da avvocati e accademici, che accusano l’ex primo ministro di aver violato la legge, non dichiarando di aver fatto uso di soldi pubblici per colmare la differenza tra i costi degli eventi e i contributi versati dai partecipanti. La cifra di circa 8 milioni di yen contestata dai procuratori sarebbe stata spesa dall’ufficio del primo ministro a partire dal 2015, per una serie di cene di gala presso due alberghi della capitale il cui costo complessivo sarebbe stato di 20 milioni di yen.