

NANCHINO – È da 44 anni che l’umanità non porta sulla Terra un frammento di Luna. All’epoca lo avevano fatto Stati Uniti e Russia, superpotenze impegnate in un duello terrestre e spaziale. Questa volta invece, in un segno di come i rapporti di forza globali siano cambiati, è la Cina a provarci. Ieri pomeriggio Pechino ha lanciato dal centro di Wenchang, nell’isola di Hainan, la missione Chang’e 5, sesto capitolo della sua esplorazione lunare attraverso robot. Finora è anche il più ambizioso visto che, se tutto andrà secondo i piani, dovrebbe far scendere sulla superficie del pianeta un veicolo in grado di raccogliere due chilogrammi di suolo e da spedire sulla Terra, con consegna prevista verso metà dicembre.
In tutto meno di un mese, per una missione che rappresenta un ulteriore passo in avanti per il programma spaziale cinese, quello che nelle parole del presidente Xi Jinping dovrebbe rendere il Dragone una “potenza spaziale” in grado di competere con gli Stati Uniti. Le nuove Guerre stellari sono già iniziate: proprio in questi giorni due sonde, una americana e una cinese, sono dirette verso Marte per due missioni di esplorazione parallele. E anche attorno alla Luna la competizione è diretta. Lo scorso anno Pechino ha fatto atterrare un mezzo sul lato “oscuro” del pianeta, quello mai visibile dalla Terra, operazione che nessuno prima aveva tentato. Ora ripete il viaggio alzando il grado di difficoltà, cioè provando l’andata e il ritorno dalla superficie lunare. Tutti passi propedeutici a una futura missione umana sul satellite, a cui la Nasa ha prontamente risposto con Artemide, il progetto che dovrebbe riportare i suoi astronauti sul suolo lunare entro il 2024 (con l’appoggio degli alleati, tra cui l’Italia).
Questa missione cinese atterrerà su un’area della grande pianura vulcanica conosciuta come Oceanus Procellarum. Il lander, cioè il veicolo che scenderà a terra, dovrebbe scavare circa due chilogrammi di terreno in due settimane. Le rocce di quella parte del satellite sono relativamente recenti, risalgono a 1,2 miliardi di anni fa, e potranno aiutare gli scienziati a capire l’evoluzione geologica della Luna. Il carico verrà poi trasferito a un “veicolo di ascesa”, di fatto un piccolo razzo che lo porterà in orbita, dove verrà raccolto da una capsula di ritorno che un modulo di servizio indirizzerà indietro verso la Terra. L’atterraggio è previsto nel deserto della Mongolia Interna, nel Nord della Cina.
Ma oltre ai mezzi spaziali, questa missione era un ulteriore un banco di prova, a questo punto riuscito, anche per il Lunga Marcia 5, il mastodonte dei razzi cinesi che dal prossimo anno dovrà iniziare a portare in orbita i “pezzi” della nuova stazione spaziale mandarina. Diretta concorrente di quella internazionale.
Fonte: Repubblica