

Hans-Peter Bartels (Spd), l’ex responsabile parlamentare della Bundeswehr, l’ha definita “una svolta a sinistra” del suo partito. In sostanza, un anacronismo. Ma la battaglia sui droni armati avvelena in realtà da anni i rapporti tra socialdemocratici e cristianodemocratici tedeschi. E stavolta l’accesissima discussione sull’opportunità che la Germania acquisti cinque “Heron TP” da Israele ha spaccato la Spd e provocato le dimissioni, a metà dicembre, del responsabile per la Difesa del partito, Fritz Felgentreu. E una crisi nella Grande coalizione.
La Spd ha deciso sostanzialmente, per la seconda volta in pochi anni, un rinvio della vexata quaestio e l’avvio di “un dibattito dall’esito aperto”. Ma il blocco – che rimanda ogni decisione a dopo le elezioni politiche di settembre – ha diviso i socialdemocratici e la maggioranza, facendo letteralmente infuriare la ministra della Difesa, Annegret Kramp-Karrenbauer (Cdu), che ha accusato la Spd di “mettere a rischio la vita dei soldati tedeschi”.
Il capogruppo della Spd al Bundestag, Rolf Muetzenich, si era allineato all’indicazione del presidente, Norbert Walter-Borjans, di congelare l’acquisto, lamentando un dibattito insufficiente sui droni armati. Tanto più che una guerra recente come quella tra Armenia e Azerbaigian ha dimostrato come l’uso di questi strumenti di guerra si stia dimostrando ormai cruciale per l’esito dei conflitti. E un conto è considerarli uno strumento di protezione per l’esercito, ha argomentato la vice capogruppo della Spd Gabriela Heinrich, un altro è se “intere battaglie vengono decise dall’uso dei droni armati”. Anche Heinrich appoggia la richiesta di un supplemento di discussione, sui robot volanti.
Che i vertici dei socialdemocratici abbiano bloccato il via libera ai droni armati cade, curiosamente, in un momento in cui i Verdi, ansiosi di conquistare dopo le prossime elezioni un ruolo di governo, segnalano la volontà di essere più assertivi sullo spinoso tema della difesa. Ma i droni armati sono un drappo rosso anche per gli ambientalisti tedeschi, così come per la Linke. E hanno provocato una convergenza tra tre partiti, Spd, Linke e Verdi, che qualcuno sogna di vedere al timone del Paese, dopo le elezioni del 26 settembre.
Fonte: Repubblica