

Bari – L’immagine di quei 200 ragazzi in età scolare incrociati prima di Natale nel centro commerciale Santa Caterina a Bari “fa troppo male”. Gerardo Marchitelli, 58 anni, preside del comprensivo Eleonora Duse di Bari – 1.600 alunni in vari plessi fra scuola dell’infanzia, primaria e medie – non si dà pace. E su Facebook scrive: “Chiederò al responsabile del centro se mi autorizza ad aprire delle classi nell’area del supermercato o negli spaziosi corridoi”.
Una provocazione.
“Apparentemente sì, ma è il grido di dolore in realtà. In Puglia fino a venerdì vale l’ordinanza regionale che dispone la didattica digitale integrata per tutti, salva diversa opzione delle famiglie. E non sappiamo poi cosa deciderà il governo. Ma il punto è che qui viviamo una tragedia”.
Ovvero?
“Sui 186 pc consegnati dalla scuola alle famiglie bisognose, 90 sono stati restituiti. Significa che altrettanti alunni sono al buio, non frequentano la scuola e non abbiamo più contatti. Sono molto arrabbiato. Per questo, come per gli operatori economici, voglio il ristoro formativo anche per i bambini che non hanno potuto usufruire di un idoneo apprendimento”.
C’è anche un problema di dispersione scolastica.
“La didattica a distanza funziona per le classi agiate. Dove non ci sono competenze digitali in casa, i piccoli della scuola primaria, quelli più svantaggiati, rimangono al buio. E il gap diventa un burrone. Poi parliamo di scuola dell’obbligo, che resta inadempiuto, se restitusci il pc e non vieni a scuola. Allora chiedo che sia la scuola, non le famiglie, a dover indicare chi può fare Dad e chi no. Altrimenti un pezzo del futuro del paese va in fumo”.
Fonte: Repubblica