

Se siete tra coloro che danno gli scarti della bistecca al proprio cane, che magari vi implora con lo sguardo, ebbene sappiate che il vostro è un gesto antichissimo: risale forse all’Era glaciale e potrebbe spiegare la nascita della millenaria amicizia tra le due specie.
L’ipotesi, pubblicata dalla prestigiosa rivista Scientific Reports, è suggerita da un gruppo di scienziati guidati da Maria Lahtinen, ricercatrice dell’Autorità alimentare finlandese. Loro teoria sulla domesticazione del cane è infatti un effetto collaterale di una ricerca più ampia, che riguarda in realtà l’alimentazione delle popolazioni preistoriche nel Nordeuropa. Un’epoca, tra il 15 e i 12mila anni fa, che non aveva ancora visto nascere l’agricoltura e durante la quale gli esseri umani cacciavano per procurarsi il cibo. Eppure proprio in quel periodo fecero amicizia con una specie potenzialmente in competizione con loro: uomini e lupi cacciavano, entrambi in branco, gli stessi grandi erbivori, sugli stessi territori.
L’idea di Lahtinen e colleghi è che gli antichi cacciatori umani nella loro dieta avessero a disposizione un surplus di proteine animali, troppa carne insomma, e che abbiano preso l’abitudine di disfarsene condividendola con i lupi che gironzolavano intorno attirati dall’odore del cibo.
«ll consumo umano di carne è limitato dalla capacità del fegato di metabolizzare le proteine», spiegano gli autori dello studio. “I lupi invece possono prosperare con la carne magra per mesi”. I ricercatori hanno esaminato i dati relativi ai siti archeologici del Pleistocene dove sono stati rinvenuti resti di cani primordiali. “Si trovano tutti in aree che all’epoca avevano caratteristiche simili agli attuali ambienti artici o subartici”. Ma perché il freddo avrebbe avuto un ruolo? “I nostri calcoli”, rispondono gli studiosi, “mostrano che durante gli inverni rigidi, quando la selvaggina è magra e priva di grasso, i cacciatori-raccoglitori del tardo Pleistocene in Eurasia avrebbero avuto un surplus di proteine di derivazione animale che avrebbero potuto essere condivise con i cani in fieri”. Così la competizione si sarebbe trasformata in amicizia e quindi in collaborazione: i lupi, una volta addomesticati, avrebbero iniziato a cacciare al fianco degli umani.
“È una ipotesi come tante sulla domesticazione del cane. E come tutte le altre sarà difficilmente dimostrabile”, avverte però Luigi Boitani, ordinario di Zoologia all’Università la Sapienza di Roma e tra i massimi esperti di lupi. “Mancano troppi elementi allo scenario tratteggiato da questo studio: come si fa a dire che gli umani lasciassero parte delle loro prede ai lupi, senza sapere quanti fossero i cacciatori, quanto grandi le loro famiglie, quale fosse l’entità delle popolazioni di lupi all’epoca in quelle aree? Quello che mi colpisce — continua Boitani — è che tra gli autori dello studio non ci siano etologi che abbiano studiato sul campo i comportamenti di questi animali. Il lupo è sociale, curioso, flessibile. Si avvicina agli insediamenti umani, e se le persone non lo cacciano torna e si avvicina ancora di più. Da lì alla nascita di un’amicizia il salto è breve”. Anche senza tirare in ballo la dieta iperproteica dell’uomo del Pleistocene.
Fonte: Repubblica